Giasone alla ricerca del vello d'oro

Dov'è Jones il suonatore, che fu sorpreso dai suoi novant'anni, e con la vita avrebbe ancora giocato? Lui che offrì la faccia al vento, la gola al vino e mai un pensiero, non al denaro, non all'amore né al cielo. Lui sì, sembra di sentirlo cianciare ancora delle porcate mangiate in strada nelle ore sbagliate; sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore: "Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

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Località: Italy

chiedere al Sismi...

09 novembre 2006

Qualcosa di mio su Torino

Aggirandomi come cane randagio nelle sorprendenti strade dei blog, ho trovato un post su Torino, che adesso non riesco più ad identificare nè nel nome nè nell'autore, che mi ha lasciato un po' perplesso, se non sconcertato. Nella forma di racconto, che non sembrava poi così immaginario nell'intenzione del suo autore, parlava della città di Torino con toni che dire di disprezzo è assai poco.
Io non son torinese, son toscano, ma ho avuto l'occasione di visitar più volte quella città, che non riesco in nessun modo a riconoscere nelle frasi scritte dall'autore di quel post.
Torino non è affatto la città buia, la città "che produce solo ferro rumoroso"; è invece una Regina che, pur perduti da lungo tempo i fasti delle corti reali, ne ha saputo conservare con la cura di un'amorosa madre i segni e le vestigia, i simboli e gli sfarzi, e ciò senza arroganza, senza spocchia alcuna; ancor mantiene una corona, quella delle Alpi, e due argentate collane, il Po e la Dora, che da sempre adornano il suo aspetto; città di ben due fiumi, come le loro acque sempre diversa e in movimento.
Trovo ancor nelle vestigia più antiche e nel regale aspetto dei palazzi suoi la nobiltà di schiatta, che ancora linfa infonde nella sua progenie; questa, da mille rivi diversi rinsanguata negli anni, mai ha perduto la sua indole, facendo tesoro del sudore di genti diverse accolte non senza dolore, ma che oggi si senton congiunte infine in un sol corpo, raccolte in una sola Corte.
Città che accoglie e raccoglie ogni sfida, forte della sua pazienza e delle sue pacate e fiere virtù, cosciente dei suoi drammi e dei suoi luoghi bui, che sempre esistono nei troppo numerosi umani consessi; ed è nella cortesia della sua gente, nei mille e mille volti sorridenti della sua bella e variegata gioventù, nei tanti libri conservati in ogni dove, dai suoi portici agli antichi negozi ed ai fastosi musei, che io trovo presente la magìa dei suoi passati prossimi e remoti, mai dimenticati, mai nascosti, e la certezza di possedere eserciti di saggezza per affrontare l'avvenire.
Di me e delle mie frasi non avea bisogno, Torino, ma tutto questo a me, ad essa straniero, ha saputo infondere.

08 novembre 2006

Leggere insegna...

Sto leggendo un libro di un certo Galileo Roda, che si intitola "Guerrazzi e la sua banda", ambientato nel paesaggio appenninico, tra Toscana ed Emilia, a cavallo tra la fine dell'800 ed i primi del '900...interessante, sorprendente...lo leggo, capitolo per capitolo, ogni sera prima di chiudere gli occhi, alla fievole luce dell'abat-jour, con le ultime forze che mi sorreggono...
"Ecco che di nuovo mi osserva, il bandito, come a chiedermi conto della mia stanchezza, ad irriderla...Lui, che dopo aver percorso il suo tempo in perpetua lotta per il pane, per la vita, per la sopravvivenza sua e della sua povera famiglia nell'onestà dei lavori alpestri, a tagliar bosco e vender legna, a cacciare e pescar di frodo, si era visto trasformato nella preda di un cacciatore spietato, che agiva con i tentacoli di manipoli di carabinieri, e di guardie e sbirri al servizio di numerosi altri cacciatori, altrettanto spietati, altrettanto a lui sconosciuti.
La sua bocca, sepolta in una incolta barba semigrigia, sembrò atteggiarsi ad un lieve sorriso, e parlò: "Io non conobbi mai la tua strana stanchezza, che per me sarebbe stata assai lieve in confronto a ciò che vissi, eppur neanche di un respiro mio mi pento, o di un atto che ancor oggi sì parrebbe criminale, odioso e da galera...Lottai per la vita, e non per me soltanto, perchè anche la moglie mia, ed i miei figli, conoscean lo stesso morso del freddo dell'inverno, e della fame, che a guisa di tenaglia stringe il corpo. Vissi l'ignobil condizione del fuggitivo, del ricercato al bosco, dell'infame che mille e più rapine ebbe a compiere, a dispregio però di leggi altrettanto inique, ed ingiuste per la povera mia gente. Rei quanto me, e quanto i miei compagni di sventura, furon le genti che imposero ad uomini di partir per terre sconosciute, per guerre non volute, e pretender di lasciar con cuor leggero le famiglie nostre al loro certo destino di fame, e di stenti, e di morte; a tutto questo io mi ribellai, ed ebbi per ciò in regalo la mia morte. Io ero avvezzo fin dai primi anni della vita mia a lottar contro la neve dell'inverno, a cavar dalla magra terra i frutti degli orti, a trasportare a valle pietre per costruir povere dimore contadine, e talvolta a compensar la fame con le trote del torrente, pescate a nude mani nelle gelide acque discese dai ghiacciai; nessun mi disse mai che un mondo straniero, alla mia vita alieno, un giorno il mondo mio avrebbe preteso di rubare.
Ma tu, a ben vedere, nella tua vita non sei da me così dissimile, solo diversi sono i cacciatori che mordon la tua carne.
Anche per te c'è un mondo alieno, crudele, che non rispetta tua natura, ed ogni dì sottrae dalla tua sacca il tempo di tua vita, e il pan che l'anima di ogni uomo nutre: il bene, l'amore, il tempo ai figli, la gioia dei sorrisi con gli amici.
Almeno io di quel mondo mai fui servo, fino alla morte. Ma tu, invece, non lotti per te stesso, e servi a guisa di lacchè il mostro che ogni dì divora il tempo tuo."
Corre la mia mano all'abat-jour, a spegnerne la luce, come a cercar di cancellar quel sogno...Ma il buio ancora accende la mente sulle parole udite, e troppo tardi il sonno vince l'anima mia inquieta.

07 novembre 2006

INVITO

Ho fatto un breve giro sui blog, ieri, e vi ho trovato tanto, ma tanto, ma tanto ribollire di ideologia politica, sia da una parte dello schieramento che dall'altro; bene, si direbbe, significa che le coscienze di noi italiani sono in movimento, che non siamo stanchi della politica, che partecipiamo, insomma...
Bhe, stamattina ho letto un articolo di Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, intitolato "Stipendi dei consiglieri, il taglio diventa finto", che invito tutti, ma proprio tutti, a leggere con devozione, rassegnazione ed attenzione, ma prima alcune considerazioni:
a) io non sono un qualunquista, voglio bene a questo Paese in cui vivo ed ho preso posizioni più che chiare nelle precedenti campagne elettorali;
b) io non sono un violento, per mia indole dò sempre la precedenza alla conciliazione verbale;
c) vivo ancora nella speranza che, alla fine di tutti i salmi, gli elettori italiani sappiano scegliere non l'ideologia politica per forza, ma gli amministratori illuminati, quelli che senza guardare in faccia al credo politico, si impegnano per migliorare la condizione di vita di tutti, in questo paese, soprattutto dei meno abbienti (ma dove sono???).
Ciò detto, dopo aver letto il sopra citato articolo, i suddetti punti sono così mutati:
a) io non sono un qualunquista, tanto è vero che mi sto informando per iscrivermi al partito anarchico, ed anche ove trovasi la tomba del mitico Gaetano Bresci, per florealmente omaggiarlo come si deve;
b) io sono pronto a far parte di un Tribunale del Popolo per provvedere alla immediata epurazione degli attuali amministratori (tutti!!!), e sostituirli con soggetti di provato distacco da qualsiasi attuale movimento politico; il tutto, naturalmente, solo in attesa della istituzione dei plotoni di esecuzione, a cui sarà demandato l'incarico di provvedere alla fucilazione alla schiena dei suddetti epuratii;
c) vivo ancora nella speranza, ma solo del realizzarsi dei fatti di cui al punto b, e magari anche di far parte dei citati plotoni.
A parte gli scherzi, magari un po' pesanti, ho sentito comunque uno strano bruciore in un punto del mio corpo piuttosto ombrato, oscuro, ed indicibile, cui neppure la mitica preparazione H potrebbe porre rimedio, e forse, dopo la lettura de quo, non sarò neppure tanto solo....Infine, una domanda a chi voglia rispondermi: che fare??

06 novembre 2006

LUNEDI'...

E così è di nuovo lunedì.
Prima di tutto, un saluto a chiunque si affacci a questa mia modesta finestrella sul mondo.
Reduce da un'altro fine settimana, trascorso cercando di evitare il tedio televisivo, gli odiosi calciologi, l'imbecillità fonica e visiva che impera sui mass media: ma perchè noi italiani ci facciamo trattare così? Siamo veramente il prodotto della stupidità che ci vogliono far credere di essere? Davvero è così che ci hanno ridotto??
Alle ore 14,oo presa la moto e volato via...una bella corsa di un paio d'ore, giusto per guardare di sfuggita il mondo che mi circonda, perchè quando si ferma mi fa piuttosto vomitare.
Ma il Mondo, puntuale, si presenta di nuovo stamattina, con le notizie sui giornali, e allora, nell'ordine, subìsco quanto segue:
- Saddam Hussein condannato a morte, ma Galliani grida al complotto; per fortuna c'è l'appello, e Saddam può sempre ricorrere al Tar; i nostri governanti sfilano in corteo contro questi ministri servi dei padroni, ma non preoccupiamoci, la Roma è già a metà classifica, e comunque Schumacher rimarrà alla Ferrari come consulente; addirittura mi sembra di aver letto che qualcuno voglia farlo ministro, e non sfigurerebbe certamente, la dialettica con Di Pietro sarebbe fantastica, nessuno capirebbe chi è veramente straniero.
Volto pagina...
- ah, soltanto trentasei morti in questo fine settimana, sulle strade! Che notizia, finalmente sotto la fatidica soglia dei quaranta; si vede che la patente a punti funziona, peccato che i punti siano quelli delle ricuciture dei medici sui feriti..bhe, mica si può avere tutto!! Ah, ecco, finalmente la Gregoraci ha sciolto la riserva, rimane a Domenica In, meno male..la notizia ha già sortito i suoi effetti positivi, a Napoli non hanno ucciso nessuno, ieri notte, solo qualche pestaggio, grazie sicuramente anche al concerto di Gigi d'Alessio; dovrebbero farlo Sindaco, ma che aspettano, che sparino pure a lui!!??? Terza pagina: oh, già ci prepariamo agli acquisti di Natale, che occasione, telefonini e schermi al plasma, che bello, se usufruisco dello sconto governativo rapidamente forse riescoa vedermi l'impiccagione di Hussein, a primavera!! Cavolo, devo correre...
Che bello poter distrarsi con tutte queste sane notizie, che bella confusione mentale che ho in questa zucca, quanto mi piace non pensare!!! Come è importante non guardare troppo in alto...al massimo fino alle veline, ai concorsi di bellezza, alle creme antirughe revitalaizzingation, rennovaitalizzation, ringiovanizzation, rincoglionizzaitation...
Ma...un attimo...terza pagina...ma chi sono questi tali "Brodi" e "Berluscoglioni"?...Devo averli sentiti da qualche parte, ma non riesco ad inquadrare bene i personaggi...Ma tu guarda quanti imbecilli si sono fatti ammazzare in Iraq, ma possibile che non vogliano capire che in una vera democrazia si muore solo di incidente automobilistico, o al massimo di cancro??? Che palle...Ah, cavolo, ho il corso di yoga, e quello di meditazione orientale, mi sono dimenticato!!! Accidenti, che stupido, li ho negli stessi orari del Grande Fratello...fa niente, lo registro, altrimenti chi li sente i miei figli? Anche loro hanno la danza e l'ora di cucito...
Come è difficile essere buoni padri!!!
Squilla il telefono...ma chi è? "Guardi, signore, hanno trovato suo figlio morto sotto un ponte, con una siringa nel braccio.."...
Ops...ma questo non è italian correctly...Non è giusto...non è giusto...maledetta società di merda...

03 novembre 2006

VAMPIRI DI OGNI GIORNO

"Sentiva il suo corpo racchiuso in sudario, e così lieve il tepore della sua sepoltura.

Nessun suono ancora, nessuna luce, solo l'assordante silenzio dell'abbandono corporeo al Divino Maestro notturno, all'incoscienza onirica, agli attutiti suoni che già avean percorso in un tempo trascorso i suoi timpani ed ora, nascosti nei tetri meandri di una memoria distorta, sentivano il passo crudele di un nuovo predatore, un nuovo cacciatore, giustiziere incombente dei sopiti suoi sensi.

Tremori, come malefici ragni, percorrevan la sua epidermide, generati da flebili soffi autunnali maligni che, come gelide lame, si insinuan tra le stoffe.

"Perchè penetrate il mio mondo incosciente di pace? Io non voglio una nuova vita crudele!!"

Ed ecco, improvvisa ed assurda, la luce nemica assassina, accecante, trafiggere gli occhi non pronti, ed inutil rimane il gesto di offuscar le pupille.

"Stai per uccidermi!! Vuoi ancor la mia morte!! Ancor non sei paga dei mille patiboli che ogni dì mi hai inflitto??!!"

Ma il boia è crudele, e non sol con le lame d'acciaio solari trafigge il suo corpo, ma con suoni obbrobriosi tortura il suo udito, come spille assassine, ed avidamente, infine, si nutre col sangue dei suoi sogni morenti.

Ed ecco che ancora scompare, ancora una volta è ucciso dal giorno, il mio Sonno...

Cazzo, è di nuovo lunedì..."

CHE STRANO AUTUNNO...

Ma non c'è nessuno che, come me, abbia posato lo sguardo sulle foglie degli alberi, in questo caldissimo, strano autunno? Sembrano stare appese ai rami con la forza della disperazione, come gatti sospesi su una vasca piena d'acqua, riottose a cedere il passo all'ingiallire naturale e, infine, al cadere su questo pianeta. Ma forse è proprio qui che sta il punto: sembra che alle foglie, quest'anno, faccia schifo posarsi su questa terra da noi calpestata, e non vogliano accomunarsi a noi umani nemmeno nell'estremo attimo della fine dell'esistenza. Triste considerazione, ne convengo, ma mai come in questo momento mi vergogno di appartenere a questo Paese che non è più un Paese, non sembra più un umano consesso, che va ad assomigliare sempre di più ad una specie di Circo Barnum, o meglio ancora che va ad assumere sempre più le sembianze di un format televisivo schifoso come un reality, una commedia che non fa neanche più ridere; mi sembra di vivere un medioevo dell'intelligenza, con tutto il rispetto che si deve al medioevo per tante cose positive da esso scaturite. No, qui non c'è più niente di positivo, essendo stata da tempo uccisa e sepolta non solo l'onestà, ma anche l'onestà intellettuale, interrata con l'intelligenza come sudario.
Qualcuno ce l'ha, una soluzione, o almeno una proposta sensata, che non comprenda tutte quelle forme violente che mi vengono in mente, e che sicuramente buona parte della nostra "casta" politica, a tutti i livelli di ordine e grado, meriterebbe, per tentare di risalire la china di questo pozzo in cui noi poveri italiani ci siamo impanati?
Scusate lo sfogo, ma sono un tantino scoraggiato...

GUSTANDO LA FELICITA'

Ho trascorso un fine settimana bellissimo, per una volta...Sono stato due giorni in Umbria, nelle valli benedettine di Norcia, di Preci, di Castelluccio. Luoghi che tolgono il fiato, sia ai polmoni che all'anima, luoghi che ti entrano dentro e ti fanno sentire parte di qualcosa di più grande, non più riducibile ai confini della tua epidermide. Sembra diverso il vento, sembrano diversi i silenzi, sembrano diversi i colori, ed ogni suono che arriva al tuo udito. Quante chiese, quanti monasteri da visitare, da guardare, e dopo un po' ti accorgi quanto siano simili ai luoghi naturali che li circondano: acque di ruscelli e di torreni così limpide, che ignorano i manufatti moderni degli uomini, e continuano il loro corso di sempre, nel loro letto, incuranti dello scorrere di qualsiasi tempo.
Di quanta vanità ci vestiamo ogni giorno, di quanti inutili balocchi ci circondiamo, e così trascorriamo nostra esistenza tralasciando l'umanità intera che vive, respira, soffre accanto a noi...
E infine, un tuffo nell'incredibile mondo di Assisi, che in sé riesce a riunire corpo ed anima, se non fosse...se non fosse per l'ingiurioso vociare di ignobili turisti, incapaci di capire che ciò che si deve, ad Assisi, è la quiete, il silenzio, il raccoglimento, proprio ciò che le pietre di quella meravigliosa cittadina sanno regalare ad ognuno...
Un abbraccio, a chiunque mi legga.